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    Vota l'articolo "Sangue e morte? Sì grazie. Seni? Vade retro Satana! "

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    Batckas, 1 ottobre 2018 22:15

    Sangue e morte? Sì grazie. Seni? Vade retro Satana!

    Cerchiamo di rivalutare un attimo le condizioni per cui un videogioco viene criticato. Nell'oscillazione costante di una morale bislacca rischiamo di ritrovarci spesso in strane contraddizioni mentre ci ergiamo a difensori della patria, della purezza e della coscienza storica. 

    Quante volte?
    Da quando l'utenza ha la possibilità di esporre la propria opinione sui social, tanto forte da essere in grado, alle volte, di influenzare anche le decisioni dei creatori di contenuti, sempre più spesso ci ritroviamo ad avere a che fare con battaglie sociali che coinvolgono i temi più importanti del nuovo millennio. Tutto questo, ovviamente, nei videogiochi. 

    Ultimamente Fortnite è sotto accusa perché un balletto di uno dei personaggi femminili sia troppo provocante perché si vedono muoversi i seni... okay. 
    PUBG fu accusato perché, tra gli elementi estetici, c'era una bandana con il simbolo del Sol Levante, tipica dei kamikaze della seconda guerra mondiale. 
    La lista è lunga. 
    Ma cerchiamo un attimo di contestualizzare. 

    In campo con altri giocatori il nostro unico scopo è quello di ammazzare a sangue freddo, senza nessuna ragione  se non quella di trovarsi contro un avversario costretto, come noi, a dover sopravvivere, altra gente fino a risultare gli unici vincitori o, comunque, trionfanti con una squadra. 
    Parliamo di uccidere. 
    Una pallottola alla testa, crivellare di colpi, farsi beffe del nemico ucciso, buttare sotto chiunque con un mezzo... 
    Se volessi adottare lo stesso criterio usato per muovere le accuse di cui ho fatto esempi prima, dovremmo bandire ogni gioco che intima di uccidere (virtualmente) il proprio avversario. In un contento di morte e distruzione cosa ci turba? La bandana, un paio di mammelle. 
    Detta così potrebbe sembrare assurdo. 
    E non sembra. Lo è. 

    Se volessimo astrarre una riflessione più generale da tutto questo potremmo dire che alla morte, alle uccisioni, alla violenza, ormai ne abbiamo fatto l'abitudine e non la vediamo nemmeno più come elemento da condannare, circuire o, in qualche modo, non la percepiamo nemmeno più come anormale. Ora, sia chiaro, sono amante dei giochi di guerra, per cui sarei il primo che se dovessero togliere dai videogiochi la violenza mi sentirei perso senza le mie ondate di nemici da ammazzare in tutti i modi possibili, però, volendo andare a leggere le accuse che vengono mosse a determinati videogiochi, non si può non vedere che la violenza risulta la cosa meno scandalosa. E che cosa significa? È davvero giusto? Perché adoperiamo criteri diversi? Certo, per la bandana giapponese di potrebbe richiamare la memoria storica ma... tutti i giochi sulla seconda guerra mondiale? Tutti i film? 

    Messa in questi termini si potrebbe dire che quindi o si annulla tutto o si tiene tutto, subentrando nel discorso della censura, fino a dove bisogna censurare, fino a dove bisogna tollerare. Ritengo che ci siano limiti da non superare, nel momento in cui, contestualizzati e legittimi, ci siano elementi che violano la comune sensibilità dell'utenza. In quel caso, a meno che il gioco non voglia essere volontariamente provocatorio, è giusto porvi dei limiti, specialmente in contenuti facilmente eliminabili. Ma fino a che punto si è abbassata questa comune sensibilità? Che poi, ripeto, abbiamo per determinate cose e non per altre decisamente più importanti? 

    Si spendono troppe energie sui videogiochi. 
    Non a giocarci ma a crearci sopra i presupposti per inutili battaglie sociali i cui campi di schieramento dovrebbero essere completamente diversi. 

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    Commenti

    ci sta questo articolo bell'idea e molto originale

    8 ottobre 2018 15:07
    0

    Bhe denunciano fortnite e pubg per delle stronzate mentre c'è gta5 che veramente dovrebbe essere bandito. Il bello è che ci sono stati tantissimi casi di effetti che provoca giocare a gta5.

    23 ottobre 2018 20:42
    0

    I censori dovrebbero essere meno bigotto e capire che si tratta di un metodo per staccare la spina dalla realta. Punto

    9 ottobre 2018 16:27
    0

    fantatisco, articolo sviluppato bene e professionale!

    13 ottobre 2018 15:19
    0

    Ormai la nostra società prende la violenza sotto gamba, come se non fosse veramente una cosa seria.

    17 ottobre 2018 16:54
    0

    Non ha tutti i torti ormai i giochi a parte questo problema sono anche molto fan service

    11 ottobre 2018 17:36
    0

    Già, molte volte le persone cominciando ad insultare qualcosa o qualcuno, la maggior parte delle volte per motivi stupidi o infondati, quando basterebbe lasciare un feed dicendo che a lui personalmente non piace. e molte volte questi comenti sono fatti da ragazzini che si lamentano che un gioco é a pagamento, senza sapere che quel gioco per alcuni é un lavoro e che crearlo costa molta fatica e molte spese ai programmatori.

    3 novembre 2018 15:06
    0

    Ci sono state polemiche simili per ogni media, dal cinema alla tv. Quando il videogame entrerà nell'immaginario collettivo della maggioranza della popolazione anche queste saranno storia

    9 ottobre 2018 01:54
    0

    Basterebbe che i genitori non ignorassero, come spesso fanno il PEGI e le restrizioni di età di un gioco. Magari si scandalizzano che il figlio di 11 anni, vede su un gioco linguaggio scurrile e scene di violenza. Ma non vanno a pensare che forse quel videogame non dovevano acquistarlo come scritto sulla scatola del videogame.

    21 ottobre 2018 10:35
    0

    Articolo ben fatto e posso dirti che hai ragione.Si parla di cose "strane" quando poi uccidere persone,picchiare o altro é normale...

    14 ottobre 2018 17:32
    0