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    simospaaa, 22 novembre 2018 22:25

    Assassin's Creed: tra cadute e rinascite.

    Sono passati più di dieci anni da quando Ubisoft ha pubblicato il suo primo capitolo di Assassin's Creed e durante tutto questo tempo la saga ne ha viste di cotte e di crude. Momenti di grande splendore alternati a profondi buchi nell'acqua. Dopo tutti questi anni, come si è evoluta la più celebre saga di assassini?

    Gli albori

    Il primo Assassin's Creed non sembrava un gioco dalle grandi aspettative. La storia era piuttosto semplice e il gameplay altrettanto, tanto da diventare ripetitivo più le ore di gioco aumentavano. Cosa diffenziava però un esperimento del genere da un Hitman? Come poteva rendersi un prodotto memorabile? Con la storia, ambientandola in un periodo oscuro e poco utilizzato. Crendo un personaggio "interessante" e inserirlo in un contesto che lo sia tanto quanto lui. Le organizzazioni segrete, gli agenti e i cattivoni erano sempre una parte fondamentale dei giochi appartenenti a questo genere ma quello che rendeva diverso Assassin's Creed era il poter rivivere la storia del nostro mondo, non di uno fittizio. Assassinare persone realmente esistite, immergersi in certi periodi storici era una cosa del tutto particolare. I più giovani come me poi, leggendo sui libri di storia di Alessandro VI, non potevano non ricordarsi come era bello prenderlo a botte nel finale del secondo capitolo sghignazzando come un demente tra i banchi di scuola. Oserei dire che questi capitoli riuscivano anche ad insegnarci un po' di storia. Ovviamente un gioco non può sostituire un bel manuale da centinaia e centinaia di pagine, ma come un approfondimento ci stava.


    Una serie di giochi sbagliati?

    Assassin's Creed 3 e Unity sono senza dubbio i giochi meno apprezzati della saga e questo è internet a dirlo, non io. Se permettete una mia opinione, non ho trovato il terzo capitolo così orribile, almeno non così tanto da ricevere l'odio che gli buttano addosso. Sì, Connor è un personaggio "vuoto" e il distacco da Ezio si fa sentire, eccome se si fa sentire. L'ambientazione, la rivoluzione americana, non la trovo una trovata malvagia, ma solo sviluppata male. Nonostante il completamento delle missioni, non si sente molto quel senso di andare avanti nella storia. I colpi di scena ci sono, ma il gioco vero, il fulcro sembra solo faticare a partire.

    Unity. Unity è uno di quei giochi che te lo buttano addosso ovunque vai, perché pare non volerlo nessuno. All'uscita il gioco era pieno di bug e le prestazioni non erano buone, convincendo così molti ad abbandonare questo nuovo capitolo. Con diverse patch il gioco sembra essere migliorato, ma c'è altro che non convince il pubblico. C'è chi non ama la storia, ritenendo anche Arno un personaggio poco riuscito e c'è chi non sopporta il gameplay. Nemmeno la modalità Co-op sembra aver salvato questo gioco dal baratro.



    Per fortuna Ubisoft non ha fatto uscire un disastro dopo l'altro, infatti ci sono dei piccoli "capolavori", gioco più apprezzato post-Ezio è sicuramente Black Flag, gioco che per certi versi pecca di un vero senso di appartenenza all'ordine degli Assassini.




    E oggi?

    Le accuse fatte dagli utenti nel corso degli anni sono sempre state le stesse, tanto che molti le ricordano a memoria. Gameplay "vecchio", personaggi e storie poco interessanti, bug su bug, niente batte AC II, si stava meglio quando si stava meglio e così via. Sfatiamo un mito però: è falso dire che molti giochi di Assassin's Creed non hanno portato novità, che si tratta sempre dello stesso gioco ma ambientati in anni diversi. Per farvi un esempio, Assassin's Creed 3 ha portato le navi da battaglia e questa novità è stata poi migliorata in Black Flag. Syndicate permette per la prima volta di usare due personaggi e quindi di svolgere le stesse missioni in maniera differente. Rogue cambia prospettiva, si vestono i panni di un templare e non di un assassino. Non è stata una crescita a livello di trama?


    Devo però scagliare una lancia a favore di chi si è lamentato dei prodotti precedenti a Origins. Le novità sono buone, ma non bastano. Sì, usare più personaggi, nuove armi, vestire i panni dei cattivi sono tutte novità da apprezzare ma da sole non bastano. C'è qualcosa di più radicato, di più profondo da cambiare.

    La rinascita

    Gli ultimi due Assassin's Creed hanno conquistato (quasi) tutti coloro che li hanno acquistati. Ubisoft sembra voler cambiare direzione e dare ai videogiochi degli assassini un tocco di GDR. La mano è stata nettamente più pesante con Odyssey, a tal punto di inserire le carattistiche di base di ogni GDR, come quella più discussa: i diversi finali accessibili a seconda delle tue azioni durante il gioco.



    Odyssey ha fatto un po' storcere il naso ai fan di vecchia della saga tanto da non definirlo nemmeno un vero e proprio Assassin's Creed. Sarà per la mancanza di un vero ordine di assassini istituito? Sicuramente, ma non è il primo capitolo che pare essere distante dall'argomento tipico. Sarà per la svolta GDR? Anche.

    La verità è che secondo me Assassin's Creed, per come lo conoscevamo prima del nuovo ciclo, era arrivato alla frutta. Hanno munto quella mucca fino a quando non c'era più una sola goccia da prendere. Cambiare periodo storico è sempre stato il protocollo ma non era abbastanza, nonostante le novità di cui ho parlato prima. La svolta da dare era alla base, doveva cambiare proprio il modo in cui il giocatore doveva approcciarsi al gioco, o viceversa. Chi rimpiange la cara Firenze di Ezio dovrebbe dare una possibilità ai nuovi giochi, giusto per capire se il cambiamento messo in atto da Ubisoft fa per loro. Odyssey può anche non essere considerato un Assassin's Creed per via della storia, ma un gioco che presenta le dinamiche di gioco presentate quest'anno con una trama più incentrata sulla battaglia tra assassini contro templari che il pubblico cerca può essere la giusta occasione per riscattarsi?

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