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Come altri titoli della Bigpoint, Seafight inserisce l’azione diretta al posto di calcoli meccanici: il giocatore potrà dunque salpare con la propria nave all’interno di varie mappe, costellate di isolette, mostri marini ed altre imbarcazioni.
Prima di accendere le micce dei cannoni, però, bisognerà occuparsi dei contenuti di cambusa e santabarbara, o venir affondati miseramente: la gestione della propria nave ha infatti uno spessore maggiore, non dovendo semplicemente preoccuparsi di cannoni e munizioni, ma anche di rhum, frutta contro lo scorbuto, lampade per la navigazione notturna, giubbotti di salvataggio e quant’altro, per mantenere in perfetta efficienza il proprio equipaggio e migliorarne le probabilità di sopravvivenza.
A proposito di equipaggio, anche qui vi è da fare considerazioni serie, prima di tentare un arrembaggio: come nella realtà, vi saranno differenti possibili membri dell’equipaggio con le loro specializzazioni, tutti molto importanti, dal semplice pirata al medico, al carpentiere necessario per le riparazioni; quindi si dovrà fornire ai propri uomini ciò di cui necessitano, o saranno di poca utilità.
Tutto ciò di cui si può avere bisogno viene tranquillamente venduto dai mercanti, in cambio di monete d’oro, eccezion fatta per gli equipaggiamenti d’elite, che richiederanno preziose perle; navi d’elite invece richiederanno l’utilizzo di munizioni d’elite, conteggiate come punti al fine di sbloccare i vari modelli.